Una mattina, come tante altre, precisamente il 16 dicembre 2016, mi sono recata in ospedale per il mio turno di volontariato. Mentre passavo di stanza in stanza per salutare i piccoli pazienti e le loro famiglie è arrivata una mamma con la suo piccolo, era triste e sconfortata, il papà di un bimbo che era nella stessa stanza, rivolgendosi a lei, mentre indicava me, le disse: “Qui ci sono le volontarie che io considero come ‘una carezza degli angeli’”. Nel sentire queste parole mi sono commossa e, avvicinandomi alla mamma, le ho sfiorato con la mia mano la guancia dicendole che, se avesse avuto bisogno di carezze, io c’ero!
La frase di questo papà mi ha dato una marcia in più e mi ha spronata per poter svolgere al meglio il mio volontariato, fornendomi anche la consapevolezza che, a volte, per colorare la vita o la giornata di chi sta soffrendo e cercare così di alleviare un po’ la loro sofferenza, bastano dei piccoli gesti, quali una carezza, un sorriso, un saluto, un abbraccio. Lo so che non è molto per chi soffre, ma io ci provo.
Fin da piccola il mio sogno era quello di diventare maestra, purtroppo la vita mi ha portata a fare altre scelte. Quando sono aandata in pensione, tramite un’amica, sono venuta a conoscenza dell’Associazione A.A.B.C. ed è così che ho potuto realizzare il mio sogno.
Grazie Paola Franchin, grazie di cuore per avermi introdotta in questa realtà che, giorno dopo giorno, mi fa apprezzare ancora di più tutto ciò che davo per scontato .