La Zebra e il suo segreto colorato

Nella savana viveva una famiglia di zebre composta dal padre Zic, dalla mamma Zoe e dal figlio Zac.

Quest’ultimo, che in apparenza era una giovane zebra come le altre, nascondeva in realtà un segreto. Tra le sue strisce bianche e nere ce n’era infatti una multicolore, dai colori sgargianti e bellissima, ma comunque piuttosto strana per una zebra. I genitori che non volevano che Zac avesse dei problemi con gli altri animali, che, come minimo, lo avrebbero definito bizzarro, e decisero di tenere nascosta questa sua particolarità, colorandola di scuro con resina mista a terriccio. Quindi Zac tutte le mattine veniva controllato dalla mamma, che verificava che la striscia fosse ancora coperta da questa poltiglia.
Crescendo, però, Zac voleva capire come mai avesse questa striscia così particolare. Aveva più volte chiesto ai suoi genitori, che erano sempre rimasti molto vaghi a riguardo, e decise quindi di andare a fondo da solo. L’unico modo per saperne di più era di andare dal Saggio Elefante, che viveva all’ombra del grande baobab, non troppo lontano da dove si trovava lui. Voleva chiedergli se per caso sapesse qualcosa della sua famiglia, per capire se magari qualche suo antenato aveva avuto come lui una striscia colorata. Il Saggio Elefante era infatti molto anziano e aveva visto passare generazioni di animali.

Magari aveva sentito anche parlare di qualche stranezza della sua famiglia!

Zac andò quindi a trovarlo, e l’Elefante molto cortesemente lo ascoltò. Zac gli parlò della sua striscia colorata e gli chiese appunto se potesse dargli informazioni su altre zebre del passato con la stessa caratteristica. L’elefante, che sapeva tante cose, non si stupì per nulla della particolarità della giovane zebra e gli raccontò la storia dei suoi antenati, tramandata tra elefanti, perché molto importante. Bisognava andare indietro di tanti, tantissimi anni, quando sulla terra vivevano insieme cavalli, zebre, ma anche unicorni, cavalli alati ed equini di ogni genere. Vivevano in totale armonia, ognuno libero di mostrare le sue caratteristiche.
Cosa accadde quindi nella famiglia di Zac? Nulla di così strano per quei tempi, ovvero una zebra si innamorò di un unicorno e insieme diedero alla luce delle meravigliose zebre dalle strisce multicolori. Con il passare del tempo, però, tutti gli animali magici che erano venuto sul nostro pianeta dovettero tornare nel loro mondo magico da cui erano venuti, per evitare che la loro magia venisse usata in modo sbagliato dagli esseri della terra. Sulla terra rimasero quindi solo gli animali privi di caratteristiche magiche. Il punto è che, per le famiglie miste come quella di Zac, una piccola briciola di magia continuò a tramandarsi di generazione in generazione, finché probabilmente un giorno questa piccola fiammella sarà destinata a spegnersi.

Zac ascoltò la storia dell’Elefante e rimase veramente senza parole! Lui non ne sapeva assolutamente nulla! Nessuno gliene aveva mai parlato! Iniziò a chiedersi se anche qualcuno dei suoi famigliari avesse la sua stessa particolarità e l’elefante gli confermò che sicuramente tra le zebre della sua famiglia c’era qualcuno che stava nascondendo il suo stesso segreto. Zac ringraziò il Saggio Elefante e tornò a casa molto più sereno. Aveva finalmente una spiegazione per la sua stranezza: semplicemente aveva degli antenati un po’ più variopinti di quelli di altre zebre, e questo fatto alla fine non gli dispiaceva per niente.

Arrivato a casa volle parlare subito con i suoi genitori, per capire come mai gli avessero tenuta nascosta l’origine della sua striscia colorata. Racconto quindi della visita che aveva fatto all’Elefante. “Accidenti! Perché quell’elefante non si fa per una volta i fatti suoi?”, esordì stizzita la mamma. “Ma cara, non reagire così”, disse il padre cercando di tranquillizzarla. Zac non capiva come mai la mamma avesse reagito così e aspettava impaziente una spiegazione. Prese la parola il padre: “Zac, avremmo voluto parlartene già da tanto tempo ma poi non trovavamo mai le parole giuste. La storia che ti ha raccontato il Saggio Elefante è vera ed è altrettanto vero che anche nella tua famiglia ci sono zebre con la striscia colorata”. La madre ascoltava in silenzio. Il padre continuò: “La striscia colorata che porti fin dalla nascita e che da sempre cerchiamo di nascondere, oltre ad essere molto vistosa, ha anche dei poteri magici”. Zac ascoltava impaziente di saperne di più. “Ha infatti il potere di esaudire i desideri di chiunque la tocchi, a patto che siano desideri portati dal cuore e quindi a fin di bene”. La madre interruppe il racconto. “Basta così Zic, continuo io”. Mostrò a Zac il suo dorso e la sua striscia multicolore, nascosta dal nero della resina, proprio come quella di Zac, che non ci stava più capendo nulla. “Zac, ti devo delle spiegazioni. Quando ero piccola, i miei genitori andavano molto orgogliosi della mia striscia, perché erano a conoscenza dei suoi poteri magici e speravano di poter aiutare gli animali che ne avevano davvero bisogno. Purtroppo, però, alcuni animali venivano a esprimere desideri non con intenzioni buone, o non dettati da cuore, e quindi questi desideri non venivano esauditi. Solo desideri buoni e puri potevano essere esauditi e spesso, quando i desideri non si avveravano, gli animali se la prendevano con me. Abbiamo dovuto cambiare tanti luoghi in cui vivere, per sfuggire alla rabbia e alla cattiveria di chi non veniva accontentato, perché alla fine gli animali non accettavano il fatto che non potessi renderli felici, o meglio, che potessi rendere felici solo alcuni di loro. Ho voluto evitarti tutto questo fin da subito, perché non potrei accettare di vederti soffrire quanto ho sofferto io”.

Il racconto di Zoe era davvero incredibile: Zac era molto confuso. Era felice per avere scoperto di essere magico, ma era arrabbiato perché glielo avevano tenuto nascosto per tutta la vita, ed era triste nel vedere i genitori così dispiaciuti. Insomma, non sapeva davvero come comportarsi ora che sapeva tutta la verità. “Lasciatemi un po’ di tempo per riflettere su cosa fare e ne riparliamo domani”, disse alla fine. Se ne andò quindi a fare una passeggiata per poi ritirarsi per la notte.

Il giorno successivo si svegliò di buon umore e, dopo una buona colazione, parlò con i suoi genitori: “Ho preso una decisione importante: ho deciso che non nasconderò mai più la mia striscia colorata”. La madre si fece seria. “Mamma, non fare quel muso. Ora vi spiego. Ho riflettuto su quello che mi avete raccontato e vi ringrazio per avermi protetto finora, ma adesso sono grande e voglio gestire questa cosa come credo sia meglio fare. Voi avete fatto sì che diventassi la zebra forte e indipendente che sono oggi e grazie a voi saprò gestire anche le situazioni difficili con gli animali che non potrò aiutare con la mia maglia. Voglio però provare a utilizzare questo dono che ho, perché sarebbe un peccato non aiutare chi è in difficoltà, ora che so di averne la possibilità. Non pensate che sarebbe un’ottima cosa mettere questo dono al servizio di tutti coloro che se lo meritano? Perché privare tutti di questa opportunità?”

I genitori ci ragionarono e alla fine capirono che tutto sommato il figlio aveva ragione. Ciò che era avvenuto in passato per Zoe poteva anche non ripetersi, o comunque avrebbero potuto provare a gestirlo diversamente. Il dono di Zac e di Zoe avrebbe potuto aiutare tantissimi animali in difficoltà. Da quel giorno le due zebre non nascosero più la loro striscia magica, ma addirittura stabilirono degli orari in cui gli animali potevano andare a fare le loro richieste. Zac aveva un modo molto speciale di spiegare come funzionava la sua magia. Di solito si rivolgeva così a chi andava a chiedere aiuto: “Se sei venuto per chiedere qualcosa che viene dal cuore e che possa far del bene, avvicinati pure. Se invece non è così, sappi che la mia striscia non esaudirà il tuo desiderio. Io non c’entro nulla, sono decisioni della striscia, e quindi non potrai prendertela con me, se ciò che vuoi non verrà realizzato”. Questa formula inaspettatamente funzionò. Zoe affiancò Zac nelle sue opere di bene e insieme fecero tante cose buone, appoggiati totalmente dal padre, che era orgoglioso della sua magica famiglia.

Le due zebre divennero molto conosciute nel regno animale e tanti venivano anche da lontano per chiedere aiuto. Anche coloro che non ottenevano ciò che volevano, ricevevano comunque parole di conforto da parte delle due zebre, che ormai, a forza di avere a che fare con tanti animali, conoscevano il mondo animale nei suoi aspetti più dolorosi. Da quel momento in poi né Zac, né sua mamma, né nessun’altra zebra dai poteri magici, seguendo il loro esempio, si nascose più per paura delle conseguenze.

Vi siete chiesti perché gli equini magici, in tempi antichi, fossero su questa terra?

La risposta è semplice: per imparare cose nuove. Nel loro mondo, fatto di magia, tutto procede sempre nello stesso modo, in un perfetto meccanismo che si perpetua nel tempo. Erano sicuri che venendo sulla terra avrebbero imparato cose nuove. Ed effettivamente fu così. Si trovarono così bene, sul nostro pianeta pieno di sfaccettature, che alcuni di loro si trasferirono per un periodo molto più lungo del previsto, formando anche famiglie, come nel caso degli antenati del nostro Zac.