La Fiaba del Delfino Daniele
e la gara di nuoto

In un vasto oceano azzurro viveva un giovane delfino di nome Daniele. Daniele era noto tra gli abitanti del mare per la sua agilità nell’acqua, ma soprattutto per la sua incredibile arroganza. Infatti, Daniele credeva di essere perfetto, o comunque migliore di chiunque altro, in qualsiasi cosa.

Se un delfino, per esempio, era felice per aver catturato molti pesci, lui sicuramente diceva: “E cosa ci vuole? Io ne catturo la stessa quantità tutti i giorni”. E se un altro delfino diceva: “Sono stato velocissimo!”, lui rispondeva “Io di più”.

Era in continua competizione con tutti, su qualsiasi cosa, e questo lo rendeva insopportabile alla maggior parte degli animali che lo conoscevano. A volte qualche delfino provava a fargli notare che, se avesse continuato così, sarebbe rimasto solo, e che non era necessario essere sempre il migliore in tutto, ma Daniele continuava a mantenere il suo atteggiamento di superiorità.
Un giorno il delfino Donato, stanco di sentire tutte le vanterie di Daniele, lo provocò: “Sarai anche bravo in tuffi e acrobazie, ma sono certo che sulla velocità ti batto!” Daniele rimase per un attimo senza parole. Solitamente era lui a provocare gli altri, e non viceversa. “Eh no, mio caro. Ti sbagli. Io sono velocissimo, il più veloce di tutti i delfini”, rispose Daniele. “E allora dimostralo – replicò Donato – ti sfido ad una gara di velocità”. “Sfida accettata”, disse Daniele. E aggiunse: “Sono talmente sicuro di vincere che lascio scegliere a te il percorso”. Daniele non riusciva proprio a non essere arrogante! “Ottimo”, disse allora Donato. “Partiremo dalla roccia dei gabbiani, faremo il giro dell’isolotto verde e torneremo al posto di partenza. Ovviamente il primo che finisce il giro vince”. “Per me possiamo anche gareggiare subito” aggiunse Daniele. Ma Donato non era d’accordo, avrebbe voluto che ci fossero altri delfini lungo il percorso per avere qualcuno su cui contare in caso di necessità. “Preferirei che ci organizzassimo meglio. In un percorso così lungo ci dovrebbero essere dei punti di soccorso per eventuali problemi”, disse Donato. “Hai forse cambiato idea? Hai forse paura di perdere?” incalzò Daniele, provocatorio. Donato, che non poteva sopportare il modo di fare di Daniele, rispose: “Sei tu il perdente! E che la gara abbia inizio!” Dorotea, amica di Donato, doveva dare il via alla gara e provò a proporre anche lei di organizzarsi meglio con dei punti di controllo e soccorso lungo il percorso. “Sciocchezze! – rispose Daniele – Siete tutti dei fifoni. Non ci sarà bisogno di nessuno. Ma possibile che io sia l’unico delfino coraggioso in queste acque?” Dorotea e Donato tacquero.

“Allora ai vostri posti” disse Dorotea. “Tre, due, uno, via!” I due delfini iniziarono a nuotare a tutta velocità. Donato era indubbiamente più veloce di Daniele, che rimase indietro quasi subito. Ma mentre nuotavano a grande velocità, Donato rimase intrappolato in una rete lasciata dai pescatori. Daniele, concentrato sulla gara, non se ne accorse e continuò a nuotare fino al traguardo.

Dorotea e Daniele iniziarono ad aspettare Donato, che però non arrivava. La preoccupazione saliva, man mano che i minuti passavano. “Te l’avevo detto che ci volevano dei punti di controllo, ma tu vuoi sempre fare di testa tua. Tu pensi di sapere tutto e invece non sai niente” diceva Dorotea piangendo.

“Andiamo a cercarlo”, disse Daniele, tuffandosi tra le onde. I due delfini iniziarono a ripercorrere l’itinerario della gara e finalmente trovarono Donato che si stava dimenando per liberarsi dalla rete. Più si muoveva e più quella trappola si ingarbugliava sul suo corpo.

“Non muoverti. Risparmia le energie. Noi andiamo a cercare aiuto”, disse a quel punto Daniele, molto preoccupato. L’unico che avrebbe potuto aiutarli era lo squalo Sandro, un giovane squalo molto forte che con i suoi denti affilati sarebbe di sicuro riuscito a tagliare la rete che teneva Donato imprigionato. Bisognava andare a chiamarlo subito! Daniele aveva discusso anche con lui in passato e sperava tanto che lo squalo avrebbe comunque accettato di aiutarlo, nonostante i problemi che c’erano stati tra di loro. “Io rimango con Donato. Non lo lascio solo. Tu sbrigati però!”, disse Dorotea
Daniele non se lo fece dire due volte e partì a tutta velocità alla ricerca di Sandro, che fortunatamente stava nuotando tranquillamente non lontano dall’isolotto verde. “Sandro! Sandro! – Daniele chiamò mentre si avvicinava a lui – Abbiamo bisogno del tuo aiuto”. Sandro lo guardò “Ma pensa! Hai addirittura bisogno del mio aiuto – disse con un tono polemico – proprio tu che sai sempre fare tutto meglio degli altri!” “Sandro, ti prego.

Donato è in pericolo e solo tu lo puoi salvare”, piagnucolò Daniele. Sandro capì che la situazione era davvero grave, mise da parte i vecchi rancori e seguì Daniele che sfrecciava davanti a lui. Quando arrivarono da Donato, questo ormai era quasi svenuto. Aveva passato troppo tempo sott’acqua e doveva uscire il prima possibile per non morire. “Sandro! Meno male che sei qui. Liberalo, ti prego”, disse Dorotea.

Sandro non perse un secondo: iniziò a mordere la rete e a tagliarla con i suoi denti che sembravano delle forbici per come si muovevano. In poco tempo Donato fu libero e poté finalmente nuotare verso la superficie dell’acqua per respirare. Dorotea andò con lui per accertarsi che fosse tutto a posto. Daniele allora ringraziò lo squalo: “Grazie Sandro. Hai salvato la vita di Donato. Non me lo sarei mai perdonato, se qualcosa di brutto gli fosse accaduto”. Sandro lo guardava. Il giovane delfino sembrava sinceramente dispiaciuto: “Scusa se in passato mi sono comportato da sciocco arrogante. In realtà io sono molto insicuro e maschero la mia insicurezza con quest’aria spavalda. La verità è che io ho paura di tutto e temo di non essere mai all’altezza di nulla”.

“Senti Daniele – disse allora Sandro, – non siamo in questo oceano per dimostrare niente a nessuno. Ognuno di noi ha punti deboli e punti forti. L’importante è stare tutti bene insieme, dandosi una pinna quando è necessario, come ho fatto io con voi oggi. Ora vai dai tuoi amici. Promettimi però che la smetterai con i tuoi atteggiamenti provocatori che, come hai potuto vedere oggi con la gara, non portano mai a nulla di buono”.

“Prometto!”, rispose Daniele. Sandro se ne andò e Daniele raggiunse Donato e Dorotea. “Come stai?”, chiese a Donato. “Meglio, grazie, ma che spavento!” “È tutta colpa tua! – gli urlò contro Dorotea. – Se solo ci avessi ascoltati quando dicevamo che ci volevano altri delfini lungo il percorso, tutto questo non sarebbe successo!

Donato sarebbe stato soccorso subito! Ti rendi conto che è vivo per miracolo?” “Hai ragione – rispose Daniele, – sono stato davvero un pessimo amico. E non solo oggi. Vi chiedo scusa per tutte le volte in cui mi sono comportato male nei vostri confronti, e so bene che sono tante”. I due giovani delfini lo ascoltarono. “Prometto che da oggi cambierò”. “Non ti preoccupare Daniele, succede a tutti di sbagliare – disse allora Donato. – Vero Dorotea?” “Vero, verissimo… ma ora andiamo a pescare? Tutte queste emozioni mi hanno messo una fame…”, rispose Dorotea con un sorriso. I tre delfini si allontanarono insieme, lasciandosi questa brutta avventura e il passato alle spalle.

Ma perché Daniele fino a quel momento era stato così odioso?

Daniele, da piccolo, era molto preoccupato per il fatto che le sue dimensioni erano inferiori a quelle degli altri delfini della sua età. La mamma gli diceva di non preoccuparsi. I tempi di crescita non sono uguali per tutti e anche Daniele sarebbe diventato un bel delfino grande come gli altri. Ma per Daniele, il timore di non crescere abbastanza gli aveva fatto mettere quella corazza di arroganza che tutti conoscevano. E benché con il passare del tempo fosse cresciuto esattamente come gli altri, e anche di più, le sue paure erano rimaste annidate in qualche parte del suo cuore.

Daniele cambiò davvero dopo quel giorno?
Assolutamente sì. Gli abitanti del mare quasi non lo riconoscevano più per la gentilezza e disponibilità che da quel giorno dimostrò verso tutti. Si era preso un bello spavento e questo sicuramente gli aveva dato lo stimolo a migliorarsi. Soprattutto le parole dello squalo Sandro lo avevano aiutato a dare una svolta al suo modo di essere.