La cicogna Celestina e la scuola

La cicogna Celestina era un’insegnante sempre gentile e disponibile con tutti, oltre a essere molto brava nel suo lavoro, e per questi motivi spesso veniva chiamate nelle scuole per risolvere situazioni considerate irrisolvibili dagli altri insegnanti.

Sovente le venivano segnalati casi di studenti svogliati o distratti, che agli occhi degli altri insegnanti sembravano giovani senza futuro, ma Celestina riusciva sempre a motivarli e a farli arrivare alla fine degli studi con risultati sorprendentemente buoni.

Quell’anno era stata convocata per lavorare in una scuola dove, a detta del direttore, alcuni studenti spesso si distraevano e tralasciavano lo studio, dando risultati troppo bassi per essere promossi.

Celestina era convinta che si trattasse della solita situazione in cui i giovani animali dovevano essere stimolati e coinvolti maggiormente in modo da provare interesse verso lo studio. Spesso si trattava semplicemente di incuriosire gli studenti e di rendere meno noiose le lezioni.

Ma quella volta non fu così. Appena entrata nella scuola, Celestina si era subito resa conto che qualcosa di strano succedeva tra quelle mura. C’era un silenzio piuttosto anomalo, e anche durante l’intervallo gli studenti rimanevano seduti composti ai loro banchi.

La buona cicogna volle parlare subito con il direttore, Mr Smell, un’anziana puzzola, che da tanto, tantissimo tempo lavorava in quella scuola.

Mr. Smell, con un forte accento inglese, di cui pare andasse molto fiero, aveva accolto Celestina nel suo ufficio, con un fare piuttosto formale ma cortese.

“Carissima professoressa Celestina, benvenuta nella nostra prestigiosissima scuola. Ma prego si accomodi, non rimanga lì sulla porta”. Celestina si sedette nell’ufficio del direttore e iniziò a parlare. Gli chiese innanzitutto come mai gli studenti non venissero lasciati liberi di alzarsi dalle sedie e di uscire durante la ricreazione   

“Ma lei sta scherzando!” esordì stizzito Mr Smell. “Lei vuole mettere a rischio la sicurezza ed integrità di questo istituto!” Celestina non capiva. “Direttore, io non voglio mettere a rischio nulla, ma credo che senza pause adeguate, l’attenzione e l’interesse si perdano”. “Lei è qui da pochi minuti e già si permette di criticare un sistema che va avanti così da decenni. Come osa!” ribatté il direttore. “E ora esca da questo ufficio e vada a fare il lavoro per cui è pagata, ovvero l’insegnante!” Celestina era piuttosto frastornata. Certamente non si aspettava un trattamento del genere e in più capiva che il suo compito questa volta sarebbe stato tutt’altro che facile.

Nei giorni successivi iniziò ad insegnare seguendo le rigide regole di quella scuola, per cercare di capire come fosse meglio agire. Cercò di parlare con gli altri insegnanti, ma anche questo era vietato: “Parlare tra insegnanti è inutile, rumoroso e di cattivo esempio” dichiarava pomposo Mr Smell.

Celestina però voleva a tutti i costi rivoluzionare il sistema di insegnamento ed educativo di quella scuola. Era normale che i ragazzi odiassero studiare: non era permesso nessun momento di svago, di gioco o di confronto tra di loro. Inoltre, i metodi di insegnamento adottati erano antiquati e distanti anni luce dalla realtà delle nuove generazioni. Consegnò quindi di nascosto agli altri insegnanti un bigliettino in cui chiedeva di incontrarsi tutti in un luogo fuori dal paese dove avrebbero potuto parlare senza essere osservati o senza essere ripresi per avere infranto la regola del silenzio. Sicuramente era un’idea rischiosa: se anche solo uno dei colleghi avesse fatto la spia con il direttore, lei sarebbe stata cacciata. Ma doveva rischiare. Con sua grande gioia, tutti gli insegnanti si presentarono all’appuntamento. “Cari colleghi, vi ho fatti venire qui per capire se anche voi sareste d’accordo a fare un tentativo di rinnovo nella scuola” disse Celestina. Gli insegnanti annuirono. “Non se ne può più di tutte queste restrizioni” disse Roberta la Gazzella. “È un ambiente soffocante” aggiunse Aldo lo Gnu. Seguirono ancora altri commenti e Celestina intervenne nuovamente. “Ho un’idea, ma per realizzarla ho bisogno dell’aiuto di tutti. Qualcuno di voi sa suonare uno strumento musicale, o conosce qualcuno che potrebbe venire a fare un concerto nel cortile della scuola?” Giulio la Zebra alzò la zampa: “Io e i miei fratelli formiamo un gruppo che suona musica pop. Potrebbe andare bene?” “Perfetto” disse Gisella. “Il piano è questo. Domani il professor Giulio e i suoi fratelli, al momento dell’intervallo, inizieranno a esibirsi in cortile. Noi tutti accompagneremo fuori i ragazzi e faremo una ricreazione musicale. Sicuramente il direttore interverrà e quello sarà il nostro momento per dirgli cosa pensiamo delle sue regole. Ricordatevi: l’unione fa la forza, e anche se ci minaccerà di licenziarci, noi non cederemo. Siamo tutti d’accordo?” Dopo qualche tentennamento risposero tutti in modo affermativo.

Il giorno dopo misero in atto il loro piano. Il professor Giulio e la sua band iniziarono a suonare, ragazzi e insegnanti uscirono in cortile, e tutti si misero a ballare, felici. Ovviamente Mr Smell li raggiunse, inferocito. “Cosa succede? Cos’è questo caos?” “Si chiama divertimento” rispose Celestina. Parlò poi Gabriella la Jena: “Direttore, questo è il nostro modo per dirle che nessuno di noi sopporta più le regole eccessivamente rigide e assurde di questa scuola”. Seguirono a turno tutti gli altri insegnanti: “Lo studio deve essere divertente”. “La scuola deve anche essere socializzazione”. “I ragazzi hanno bisogno di momenti di svago per poter ritrovare la lucidità mentale e seguire con più attenzione”. Mr Smell era completamente perso: per decenni aveva mantenuto sempre le stesse modalità di gestione della scuola, dettate dalla paura di non riuscire a mantenere ordine e disciplina, e con il timore che potesse succedere qualcosa ai ragazzi. Uscire da quegli schemi lo spaventava molto. “Mr Smell, ci lasci fare qualche piccolo cambiamento al regolamento scolastico, e vedrà che le cose miglioreranno per tutti” disse Celestina. “Ma se poi il rendimento generale dovesse calare? O se dovesse succedere qualcosa a qualcuno degli studenti?” chiese il direttore timoroso. “Non si preoccupi per il rendimento. E per il resto, il massimo che potrà succedere sarà un ginocchio sbucciato, ma ne sarà comunque valsa la pena. Ci lasci provare!” rispose ancora la cicogna. Il direttore, di fronte alla richiesta di cambiamento da parte di tutti gli studenti e gli insegnanti, non poté fare a meno di acconsentire. Da quel momento, anche in quella scuola, durante l’intervallo si poteva uscire dalle aule, ragazzi e insegnanti potevano finalmente parlare tra di loro. Anche Mr Smell alla fine fu contento del cambiamento, vedendo che voti e interesse erano in generale migliorati. Capì che troppo spesso non affrontare le nostre paure ci fa perdere delle opportunità e commettere errori. E quell’anno tutti vennero promossi a pieni voti!

Dove andò poi la cicogna Celestina?

Cambiò ancora tante scuole e per tanti anni aiutò studenti e professori. Ora è andata in pensione e si gode il meritato riposo.

E il Direttore Mr. Smell rimase ancora in quella scuola? Mr Smell aveva capito la lezione, ma soprattutto si rese conto che si vive una sola volta e si licenziò. Tornò nella sua amata Inghilterra, dove ad aspettarlo c’erano la sorella, i nipoti e tanti pronipoti, ai quali però permetteva di giocare liberamente,,, tanto il massimo che può succedere è un ginocchio sbucciato, no?