Lo Squalo e la Stella Marina
Nelle profondità dell’oceano vivono tantissimi animali: stelle marine, murene, seppie, cavallucci marini, squali, balene e delfini, solo per nominarne alcuni. E anche la vegetazione è variegata, tra alghe e fiori di tanti colori. Ma parliamo della notte in cui lo squalo Piero venne catapultato all’improvviso in acque a lui sconosciute.
Quella notte ci fu una fortissima tempesta, i fulmini si scagliavano sull’oceano e gli animali acquatici erano scesi verso i fondali per non essere trascinati dalle correnti. A un certo punto, nel caos più totale, precipitò sull’acqua un fulmine talmente potente che ne attraversò la superficie. Tale scarica creò un vortice di dimensioni mai viste, dal quale uscì uno squalo enorme, almeno dieci volte più grande degli squali conosciuti nelle acque del nostro pianeta. In realtà quel vortice era un portale, che per qualche strano motivo si era aperto su un’altra dimensione; era come un’enorme porta che si era spalancata per un attimo tra il nostro mondo e un mondo parallelo. E questa gigantesca porta, dopo aver scaraventato lo squalo Piero nel nostro mondo, si era richiusa. Alla vista di quel bestione, tutte le creature presenti in quel luogo fuggirono terrorizzate.
Lo squalo gigantesco si guardava intorno con aria smarrita: dove accidenti era finito? Dove erano finiti tutti i suoi amici, con cui era stato fino a pochi secondi prima? Dove erano spariti i pesci che conosceva e le creature marine a lui familiari? Si trovava in un posto a lui sconosciuto e non riusciva nemmeno a capire come fosse potuto accadere. Era sicuramente più spaventato di tutti quei pesciolini che lo osservavano da lontano, o dei cavallucci marini che si erano nascosti tra le alghe. Si ritrovava in un mondo alla rovescia: qui tutti erano terrorizzati alla sua vista, mentre dal luogo da cui veniva, era lui a scappare di fronte a pesciolini voraci. Nel suo mondo, gli squali erano animali pacifici che si nutrivano unicamente di alghe e mai avrebbero fatto del male a un’altra creatura, mentre bisognava fuggire dai terribili pesci pagliaccio o dalle velenosissime stelle marine. Per non parlare degli aggressivi cavallucci marini! Nel posto da cui arrivava lui, gli squali erano animali enormi, ma assolutamente innocui, che passavano le loro giornate a brucare le alghe, anch’esse gigantesche. Nel suo mondo, infatti, le alghe erano proporzionate alle dimensioni dei suoi abitanti, assicurando nutrimento per tutti. Le alghe del nostro mondo invece, potevano bastargli appena per uno spuntino.
Dopo un primo momento di smarrimento, Piero iniziò a riflettere su come tornare a casa. Aveva indubbiamente bisogno dell’aiuto di qualcuno del posto, anche per cercare di scoprire cosa fosse realmente accaduto. Provò a rivolgersi a qualche pesce di passaggio, chiamò le stelle marine che lo spiavano da lontano, provò anche ad avvicinarsi a un gruppo di murene, ma tutti, alla sola vista di quel gigantesco squalo, scappavano e si nascondevano. Povero Piero! Non sapeva davvero come fare! Iniziò a vagare da solo in quelle acque sconosciute, brucando un po’ qua e un po’ là qualche alga e qualche fiore. Perso nei suoi pensieri, si imbatté in un relitto di una vecchia nave affondata chissà quando, e che era rimasta sui fondali marini ormai da tanti, tantissimi anni. Piero osservava questa nave con grande curiosità. Da dove veniva lui, queste cose non c’erano. Il suo era un mondo senza umani, o forse c’erano ma sicuramente non andavano a esplorare il mondo acquatico.
Decise comunque di fermarsi nei pressi di quel relitto, dove si sentiva al sicuro, protetto dai resti di quella vecchia imbarcazione. Rimase in quel luogo per qualche giorno, cercando di sopravvivere con le poche alghe che riusciva a trovare nei dintorni. Ormai si stava rassegnando a morire in quelle acque sconosciute, quando senti qualcuno lamentarsi. “Aiuto! Qualcuno mi aiuti!”, diceva la vocina. Piero seguì il suono di quella voce e vide una piccola stella marina intrappolata tra i resti del relitto. La stella marina, che si chiamava Chiara, era impaurita e tremava alla vista di quel bestione. Ma Piero, con una delicatezza difficile da immaginare viste le sue dimensioni, la liberò. Chiara, d’istinto, non appena fu libera da quelle macerie, scappo a grande velocità, per fermarsi poco più lontano a osservare il suo salvatore. Che aria triste che aveva! Doveva sentirsi davvero tanto solo! Chiara tornò indietro. “Ciao, come mai sei così triste?”. Piero non poteva credere a ciò che stava succedendo. In tanti giorni nessuno si era mai avvicinato a lui e adesso questa piccola stellina gli rivolgeva addirittura la parola! “Voglio tornare a casa!”, disse Piero, scoppiando in lacrime. “Ti prego, non piangere, se no creerai uno tsunami di lacrime!” Piero la guardò. Chiara scoppiò a ridere: “Sei buffo, sai? Sei grande e grosso e stai qui a piangere tutto solo. Dai, raccontami la tua storia e vediamo se insieme riusciremo a trovare una soluzione”.
Piero iniziò a raccontare di come si fosse trovato improvvisamente in quel luogo senza nemmeno capire come. Da giorni mangiava pochissimo e l’unica cosa che desiderava era ritornare a casa dalla sua famiglia e dai suoi amici. Ma non aveva nessuna idea di come fare. Chiara improvvisamente disse: “Tu non ti muovere di qui! Torno subito!” Piero guardò la sua nuova amica sparire dietro alle rocce, per poi tornare poco dopo accompagnata da uno squalo ben più piccolo di lui.
“Piero, ti presento Gianni. Gianni, questo è Piero”, disse Chiara. I due si salutarono, un po’ confusi. Chiara iniziò a parlare: “Piero, devi sapere che Gianni è lo squalo più intelligente nel mondo acquatico. Ha vinto concorsi, quiz di intelligenza, gare scientifiche…” “Ora non esagerare”, intervenne Gianni, un po’ in imbarazzo. Chiara non ci fece caso: “Sono sicura che lui ti potrà aiutare a tornare a casa”. Gianni prese quindi la parola: “La notte del temporale, quando tu sei stato catapultato in queste acque, io ero vicinissimo al punto in cui sei apparso improvvisamente. Ho visto le acque aprirsi ed era come se ci fosse un enorme buco nell’acqua. A quel punto sei apparso tu. Bisogna solo trovare il modo di ricreare le condizioni che ti hanno fatto arrivare fin qui”, concluse Gianni. “La fai facile, tu! – disse Piero -, ma io non ho la più pallida idea di come ricreare quella situazione!” Piero aveva ricominciato a piagnucolare. Gianni e Chiara rimasero a lungo in silenzio. “Ho trovato! – urlo a un certo punto Gianni -. Ipotizziamo che il portale sia stato aperto da quel fulmine così potente, ovvero da una scarica elettrica enorme, unita molto probabilmente a un campo magnetico presente nel luogo in cui si è scagliato. Non dobbiamo fare nient’altro che produrre una tale quantità di energia elettrica proprio in quel punto, per riaprire la porta tra i nostri due mondi”. Era pur sempre un punto da cui partire, pensò Piero, ma come avrebbero potuto ricreare una tale quantità di corrente elettrica da poter riaprire quella porta invisibile?
Dopo un attimo di silenzio, Chiara esordì: “Ho un’idea! Gianni, dimmi un po’, chi sono gli animali più elettrici del nostro mondo acquatico?” Gianni, che appunto era molto colto e intelligente, rispose subito: “Le torpedini! La loro scarica arriva fino a 220 volt. Come ho fatto a non pensarci prima. Basterà riunire tutte le torpedini dei nostri mari nel punto da dove è apparso Piero e il portale si riaprirà!”
Piero era un po’ perplesso, ma questa sembrava davvero l’unica soluzione. Chiara si mosse subito per riunire in meno tempo possibile il maggior numero di torpedini, lanciando un SOS. In mare funziona benissimo: passi un messaggio tramite onde sonore e, in men che non si dica, tutta la popolazione acquatica ne è al corrente. In un attimo migliaia di torpedini si riunirono nel luogo dove si era aperto il portale. Era uno spettacolo davvero incredibile. Piero era preoccupatissimo: se la cosa non avesse funzionato, lui sarebbe rimasto bloccato in quella dimensione per sempre.
Tutte le torpedini presenti si strinsero fra di loro per fare in modo che nemmeno un briciolo di elettricità si disperdesse. Gianni prese la parola: “Grazie a tutti coloro che sono intervenuti per aiutare il nostro nuovo amico a tornare a casa. Al mio tre lanciate la scarica più forte che avete mai prodotto”. Poi rivolto a Piero: “Tieniti pronto. Non appena vedrai una specie di buco nell’acqua, buttatici dentro. Non so per quanto tempo rimarrà aperto e non possiamo rischiare che tu perda quell’attimo”. Piero annuì. Prima di dare il via all’esperimento, l’enorme squalo ringraziò la piccola Chiara: “Grazie! Senza di te tutto questo non sarebbe mai stato possibile!” Piero, rivolto a Gianni: “Sono pronto”, disse. “Bene. Uno, due e tre”, urlò Gianni. Al tre ci fu una scarica elettrica talmente grande da riuscire ad aprire un portale dal quale si poteva addirittura intravvedere il mondo di Piero. Quest’ultimo ci si tuffò a capofitto, appena in tempo prima che il portale si richiudesse dietro alla sua coda. Che grande lavoro di squadra! Tutti i presenti se ne andarono soddisfatti, congratulandosi tra di loro per il risultato ottenuto. Chiara rimase ancora un attimo a osservare il punto in cui era svanito il gigantesco squalo dall’animo gentile. Rifletteva su fatto che, spesso, ci si ferma alle apparenze: Piero, grande e grosso com’era, dava l’idea di essere un mostro cattivo, mentre in realtà era l’essere più buono e indifeso che avesse mai incontrato. Il suo motto da quel giorno sarebbe stato: “Mai fermarsi alle apparenze”. E con questo pensiero, rientrò a casa anche lei.
Vuoi sapere qualcosa di più sulle torpedini?
Le torpedini, o razze elettriche, sono pesci di forma appiattita che hanno sui loro bordi un organo in grado di produrre un campo elettrico, la cui scarica può variare da 50 a 220 volt a seconda della specie. Essendo animali cacciatori, utilizzano la propria scarica elettrica per stordire o uccidere le prede
E come è stato accolto Piero al suo ritorno a casa?
Quando Piero passò dall’altra parte del portale, trovo tutta la sua famiglia ad aspettarlo, insieme a tanti amici. Infatti, avevano tutti assistito alla sua sparizione e, coltivando la speranza che sarebbe prima o poi tornato, continuarono a sorvegliare quel posto giorno e notte. E finalmente, dopo tante attese, lo videro riapparire. Possiamo immaginare la festa che i suoi cari organizzarono per celebrare il suo ritorno a case, che andò avanti per giorni, coinvolgendo gran parte delle creature che popolavano quelle acque.