Fiaba della Giraffa Gisella
Gisella, la giraffina, non era mai troppo contenta di andare a scuola. Non perché non amasse studiare, anzi! Le piaceva molto imparare cose nuove. Certamente preferiva alcune materie ad altre, come l’italiano e l’inglese, ma lo studio non era per nulla il motivo per cui le pesava così tanto andare ogni giorno a scuola.
Il punto è che Gisella non si sentiva mai all’altezza dei suoi compagni. C’era Vittoria la Volpe, sempre con abiti diversi e alla moda, e Camilla la tigre, che aveva ogni giorno accessori nuovi e di gran gusto. Per non parlare di Arturo il Canguro, sempre impegnato a sistemare le sue matite colorate di vari tipi: normali, acquerellabili, fluorescenti… se usciva un tipo nuovo, lui il giorno dopo ce lo aveva già! E c’era anche Giovanni il leprotto, che aveva già visitato mezzo mondo, facendo vacanze da sogno.
Gisella si sentiva piuttosto a disagio con loro; la sua famiglia non era sicuramente ricca, anche se i suoi genitori non le facevano mancare nulla. Il suo papà e la sua mamma però non potevano permettersi di comprarle abiti alla moda, articoli scolastici speciali, e certamente non vivevano in una reggia o potevano fare viaggi lussuosi.
In realtà a Gisella poco importava di tutte queste cose superflue, ma a scuola non era serena.
Infatti, proprio questi compagni spesso si divertivano a prendere in giro chi non aveva le loro stesse possibilità.
Ogni giorno prendevano di mira un compagno diverso, e spesso Gisella era il bersaglio delle loro cattiverie.
Un giorno però accadde una cosa bellissima per la piccola giraffa: i suoi genitori le avevano regalato una maglia che desiderava tantissimo ma che non osava chiedere per il prezzo altissimo. Eppure, papà e mamma gliel’avevano regalata! Gisella era così felice che il giorno dopo la volle subito indossare per andare a scuola. Entrò in classe orgogliosa di sfoggiare quella maglia che aveva tanto desiderato. Nessuno l’avrebbe presa in giro… d’altronde era anche di una marca famosissima!
Vittoria però era invidiosa del look della giraffa e, vedendola per la prima volta non intimidita, non perse l’occasione per prenderla in giro con i suoi tre odiosi amici: “Guardate, oggi Gisella indossa una maglia della marca Schifino”, rise, perfida.
“Una Schifino originale, unica ed inimitabile”, aggiunse Camilla.
“E chi avrebbe il coraggio di imitare una tale schifezza?”, continuò Arturo.
Gisella rimase impietrita. Sarebbe voluta sprofondare. La sua amica del cuore Ivana la papera, la prese sotto zampa e la accompagnò fuori. Gisella era mortificata. Nemmeno Ivana riusciva a consolarla. Era stata ferita in un momento in cui era davvero felice. Non riusciva a giustificare tanta cattiveria. Rimase nel cortile della scuola per un po’, perché non riusciva a trovare il coraggio e la voglia di rientrare in classe. Le raggiunse anche Rosa l’istrice, a farle compagnia.
Nel frattempo, il professor Dante Elefante, che da lontano aveva assistito a tutta la scena, andò a chiamare le tre amiche
“Venite in classe, al resto penserò io”. Il professor Elefante era sempre molto gentile e le tre amiche, un po’ titubanti, lo seguirono.
“Ora che ci siamo tutti, posso iniziare la mia lezione. Oggi parleremo di una cosa che a me sta molto a cuore, ovvero il rispetto”. Tutti rimasero in silenzio ad ascoltarlo. Il professore avrebbe dovuto parlare di Parigi… cos’era questa novità?
“Il rispetto è quella cosa che non può mai mancare, un po’ come il sale nella pasta. Senza sale la pasta non è buona, così come senza rispetto i rapporti con gli altri non possono essere buoni. Rispettare è la capacità di non ferire gli altri perché diversi da noi per idee o aspetto. È tutto chiaro?”
Nell’aula c’era totale silenzio “Alcuni di voi mancano continuamente di rispetto agli altri, e onestamente non riesco a capire il perché: ferire qualcuno per il puro gusto di vederlo stare male per me è inconcepibile. Voi quattro – rivolto a Vittoria, Camilla, Arturo e Giovanni- davvero vi credete più forti e intelligenti degli altri solo perché i vostri genitori vi regalano abiti, oggetti e vacanze fantastiche? Ditemi un po’, voi che merito avete in tutto questo? Vi farebbe molto più onore se foste gentili con chi invece non ha la fortuna di avere tutto ciò che desidera, come voi.”
I quattro amici si sentivano davvero in imbarazzo: il professore aveva ragione. Non aveva senso prendersela con chi non aveva tanto quanto loro. Ma poi, alla fine, davvero loro avevano bisogno di tutto ciò che possedevano? O anche, erano davvero più felici degli altri per ciò che avevano in più?
“Dovete promettere di fronte a tutta la classe cha da questo momento la smetterete di mettere i piedi in testa ai vostri compagni”, dichiarò determinato il professore. “Lo promettiamo” dissero insieme i quattro amici, in evidente imbarazzo.
Vittoria si avvicinò quindi a Gisella e le disse “Sai che la tua maglia mi piace tantissimo? Hai davvero buon gusto!”, Gisella sorrise.
Il Professore però non aveva finito “Sono anche piuttosto deluso da tutta la classe”.
Nello stupore generale Antonio il Ghepardo esclamò “Ma noi non abbiamo fatto nulla!”.
“Ecco, appunto. Voi non avete fatto nulla. In realtà voi non fate mai nulla per difendere chi viene preso in giro. Non schierarsi, non mettersi dalla parte del più debole, girarsi dall’altra parte, ci rende complici della cattiva azione”.
Quanta verità in quelle parole!
“Per punizione, domani mi porterete tutti un tema sul rispetto. E non voglio una cosa di poche righe, mi raccomando”, a queste parole suonò la campanella e tutti furono liberi di correre fuori a giocare.
“Vieni a giocare con noi Gisella”, disse Arturo.
“Arrivo!”, poi rivolta al professore Elefante: “Grazie di tutto cuore” e corse fuori anche lei, per la prima volta libera di essere sè stessa.
Vuoi sapere qualcosa in più sulla giraffa Gisella?
La giraffa Gisella è la più grande di quattro sorelle. Frequenta la classe terza media, mentre Gianna e Giovanna vanno alla scuola elementare e la piccola Giusy ancora alla materna. I genitori lavorano entrambi, ma mantenere una famiglia così numerosa non è semplicissimo. A Gisella piace molto la sua famiglia. Va d’accordo con le sue sorelle e aiuta i genitori a badare a loro, soprattutto a Giusy che è piuttosto monella. Ama tantissimo leggere e danzare, e fortunatamente riesce a fare tutte e due le cose. Infatti, è fortunata perché c’è una scuola di ballo proprio vicino a casa loro, con prezzi molto bassi. In questo modo Gisella ha la possibilità di seguire la sua grande passione per il ballo. E chissà, magari diventerà anche una famosa ballerina!
Va detta ancora una cosa: Gisella, nonostante la timidezza, ha tanti amici perché è sempre buona e disponibile con tutti ed è impossibile non volerle bene
Vuoi sapere un segreto del professor Elefante?
Il professor Elefante in realtà ha una passione che coltiva quando non insegna, ovvero la pittura. Vivendo da solo ha molto tempo da dedicare alle sue passioni e la pittura è la sua attività principale. Gli capita spesso che gli vengano chiesti soggetti specifici: “mi fai un quadro con dei fiori?”, “Io vorrei un paesaggio”, ma il professore risponde sempre di no “per dipingere ci vuole l’ispirazione, mica dipingo a comando”. Ha già fatto parecchie mostre ed è molto apprezzato per il suo stile. Non vede l’ora di andare in pensione per potersi dedicare al 100% all’arte. Va detto però, che quella proboscide che ora gli permette di dipingere veri e propri capolavori, in passato gli aveva creato non pochi problemi. Infatti, da giovane elefantino veniva spesso preso in giro per la sua proboscide un po’ fuori misura. “C’è stato un terremoto, l’avrà causato uno starnuto di Dante!” oppure “che imbranato, si inciampa nella sua proboscide” o ancora “non vedi ad un palmo dal tuo naso; quindi, mi puoi dire come stanno i miei parenti in Cina?”. Dante soffriva molto e una volta cresciuto promise a se stesso che avrebbe fatto il possibile per evitare una sofferenza come la sua ad altri giovani animali.
Perché nella storia si parla della marca Schifino?
È un gioco di parole. La maglia è di una marca esistente, ma i quattro bulletti si inventano la marca Schifino, dalla parola schifo, per umiliare Gisella.