La Fiaba dell’Orso Polare
In una landa innevata del Polo Nord, viveva un orso polare di nome Biancone. Nonostante la sua mole imponente, Biancone era molto gentile e aveva un grande cuore. Amava giocare tra i ghiacci e nuotare nelle acque fredde, ma avrebbe tanto voluto trovare un amico con cui condividere le sue giornate.
Non che gli abitanti del Polo Nord non fossero simpatici e gentili con lui: diciamo che la maggior parte di loro però preferiva stargli alla larga… Non è bello diventare il pranzo di un orso polare!
Ma Biancone non avrebbe fatto male ad una mosca, se mai ce ne fosse stata una al Polo Nord! Lui si nutriva di pesce, questo sì. Ma non avrebbe mai mangiato una dolce foca, o un’elegante volpe artica. Purtroppo, di orsi bianchi come lui ce n’erano pochi nella zona dove viveva, ed erano piuttosto riservati. Insomma, Biancone aveva bisogno di fare nuove conoscenze. Ma dove avrebbe potuto trovare qualcuno con cui diventare amico? Ebbe un’idea: sapeva che non molto lontano c’era una struttura dove risiedeva un piccolo gruppo di scienziati, trasferitosi in quel luogo per studiare i cambiamenti climatici. Avrebbe potuto provare a conoscerli, no? D’altronde, se erano scienziati che studiavano la natura, certamente non avrebbero avuto paura del suo aspetto! Quanto si sbagliava Biancone! Non appena si avvicinò alla costruzione dove stavano i cinque scienziati, questi chiusero porte e finestre terrorizzati. Non tutti però. La più giovane tra di loro, Laura, decise di uscire dal bunker per studiare più da vicino il nostro amico peloso. Quando Biancone la vide, si avvicinò con cautela per non spaventarla. E quando fu abbastanza vicino alla ragazza, Laura allungò una mano e lo accarezzò. Biancone era così felice! Voleva saltare dalla gioia, ma rimase immobile per paura di far scappare l’umana. Laura gli parlava, gli faceva domande e lui avrebbe tanto voluto rispondere. Ma come avrebbe potuto farlo? Fu Laura che nei giorni successivi ebbe un’idea piuttosto folle: “Hey amico orso, ho deciso di insegnarti a scrivere”.
“A scrivere?”, pensò Biancone “E’ la cosa più assurda che io abbia mai sentito”. Invece, da quel giorno e per molti altri giorni, Laura si impegno ad insegnare l’alfabeto a Biancone, utilizzando una lavagnetta di metallo con le sue letterine magnetiche. Per molti giorni Laura poneva delle domande a Biancone sperando che l’orso le rispondesse mettendo nell’ordine corretto le letterine. Ma per molti giorni i risultati furono piuttosto deludenti, finche un giorno alla domanda di Laura “Come ti chiami?”, l’orso compose con le letterine il suo nome BIANCONE. Laura non stava più nella pelle dalla gioia. Era riuscita a fare una cosa quantomeno incredibile. “E cosa desidereresti fare?”, chiese ancora Laura. Biancone spostò le letterine UN VIAGGIO. Un viaggio? Perché no! Laura voleva davvero aiutare il suo amico a realizzare il suo sogno. Guardarono su internet qualcosa che gli potesse piacere. “Che ne dici di una bella crociera?”. Biancone spostò le letterine: SÌ. Detto fatto, Laura acquistò su internet una bellissima crociera di una settimana con partenza dalla città più vicina a loro proprio il giorno dopo. Biancone era così felice. Il suo sogno si stava per avverare. Il giorno dopo Laura lo accompagnò quindi al luogo della partenza. Gli altri passeggeri guardavano l’orso con aria terrorizzata, ma vedendo la ragazza accanto a lui si tranquillizzarono. Non appena l’orso parti per questa meravigliosa avventura, si accorse subito che non sarebbe stata esattamente come si aspettava. Tutto era a dimensione di uomo, e lui era spesso in difficoltà per gli spazi troppo piccoli per lui. Inoltre, nessuno gli si avvicinava per fare due chiacchiere mentre lui sperava di comunicare con gli altri come faceva con la sua amica Laura. Aveva anche portato con se la sua voce, ovvero la lavagnetta. Comunque, la nave era davvero bellissima, l’intrattenimento divertente e il cibo ottimo, ma Biancone si era ritrovato nuovamente solo. Quanto gli mancava Laura! Capì solo in quel momento che aveva già da molto tempo trovato ciò che ancora stava cercando: una vera amica. Che sciocco era stato ad essere partito così. Laura gli aveva riempito le giornate e lui neppure se ne era reso conto.
Stava passeggiando sulla nave immerso nei suoi pensieri, quando sentì un uomo urlare “Aiuto! Sto affogando!”. Tutti i presenti vennero presi dal panico: “Uomo in mare!”, “Qualcuno faccia qualcosa”, urlavano. Biancone non ci pensò due volte e si tuffo in mare per soccorrere il poveretto!”. Lo afferrò e con poche bracciate lo portò in salvo. Tutti i presenti applaudirono e il pover’uomo ringraziò. Biancone fece un bell’inchino che destò subito la curiosità dei presenti. “Tu puoi capirci?”, chiese uno di loro. L’orso fece sì con la testa. Avrebbe voluto far vedere com’era bravo a comunicare per mezzo della lavagnetta che era nella sua cabina, a pochi passi da lì, in attesa del momento giusto per essere utilizzata. Fece cenno con il suo zampone di aspettarlo. Corse in cabina, prese la lavagnetta e in men che non si dica tornò sul luogo dove parecchie persone lo stavano aspettando incuriosite.
Appoggiò la lavagnetta a terra e scrisse CIAO. A quel punto tutti i presenti rimasero senza parole e, dopo un attimo di sgomento, iniziarono a fargli domande. E lui rispose a tutte grazie al metodo che gli aveva insegnato la sua amica Laura con tanta pazienza. Gli ultimi giorni della crociera trascorsero in serenità tra chiacchiere e divertimento. Quando Biancone tornò a casa, andò subito da Laura per ringraziarla. E il suo ringraziamento fu un grosso grossissimo abbraccio da parte dell’orso verso la sua amica che sprofondo nel suo pelo morbidissimo. Il tempo passò e nel frattempo Biancone coltivò nuove amicizie. Gli altri animali, infatti, vedendolo in compagnia di Laura, capirono che non c’era nulla di cui avere paura e iniziarono a passare del tempo con lui. Dopo tanti mesi, trascorsi in serenità, giunse il momento in cui Laura e Biancone si dovettero dire addio. Il progetto scientifico per cui Laura era stata mandata al Polo Nord era terminato, e i cinque umani che per mesi avevano vissuto in quella struttura in mezzo ai ghiacci dovevano rientrare a casa. Laura era felice di ritornare ad una vita un po’ meno isolata, ma lasciare il suo amico peloso la rendeva molto molto triste. Gli promise che sarebbe tornata a trovarlo; non sapeva quando ma sapeva che prima o poi si sarebbero rivisti. Biancone era molto triste anche lui, ma non era più solo, e gli amici del Polo Nord lo aiutarono a colmare il vuoto che aveva lasciato Laura.
La base scientifica in cui avevano vissuto Laura e gli altri scienziati rimase abbandonata per anni. Per anni non ci fu l’ombra di un umano da quelle parti, ma Biancone aveva conservato gelosamente la lavagnetta magnetica e le letterine e spesso si allenava a scrivere parole incomprensibili per gli altri animali, in attesa di poter incontrare nuovamente la sua amica
Un giorno come tanti altri, arrivarono a rompere il silenzio di quel mondo innevato parecchi umani con le loro motoslitte. Erano venuti a vedere le condizioni della struttura abbandonata, per valutare se tenerla o se demolirla. Tutti gli animali, sentendo le motoslitte, si erano nascosti, spaventati da quei rumori e da quelle persone. Tutti tranne Biancone, che era rimasto ad osservare da non troppo lontano nella speranza di vedere Laura. E la vide davvero! E Laura vide lui! I due amici si corsero incontro, e si abbracciarono, tra gli sguardi sgomenti di umani e animali. Biancone fece cenno a Laura di aspettarlo. Corse verso casa sua e dopo poco tornò con la lavagnetta, e in compagnia di una bella orsa polare e di un piccolo orsetto bianco. Mostrò la lavagnetta a Laura “FAMIGLIA”. Era la sua famiglia, a cui sicuramente aveva raccontato di questa incredibile amicizia. Fu una giornata bellissima per tutti loro: ritrovarsi, stare insieme, trascorrere ancora una volta del tempo insieme, era un regalo impagabile. Nel tardo pomeriggio però Laura dovette ripartire “Biancone, sono così felice di averti rivisto. Stai bene, hai una bellissima famiglia, e io non avrei potuto desiderare di meglio per te. Ti voglio bene mio caro amico peloso”. TI VOGLIO BENE, rispose Biancone.
Ognuno tornò alle proprie vite, conservando nel cuore un tesoro unico: l’amicizia.
Vuoi sapere perché Biancone all’inizio della storia viveva da solo?
Biancone viveva da solo per sua scelta. Infatti, aveva deciso di lasciare la tana in cui viveva con i suoi genitori per provare a cavarsela senza l’aiuto di nessuno. E se l’era effettivamente cavata benissimo dal punto di vista della sopravvivenza, ma soffriva molto la solitudine. Al ritorno dalla crociera però, dopo aver salutato Laura, era andato a trovare la sua famiglia e da quel momento in poi si era di nuovo avvicinato molto a loro, capendo che ciò che ci riempie la vita sono proprio l’affetto e l’amore dei nostri cari
Sai che cos’è il cambiamento climatico, che stanno studiando Laura e i suoi colleghi scienziati?
Il cambiamento climatico è l’alterazione del clima su tutto il nostro pianeta. Nel caso specifico, Laura si stava occupando di dimostrare come il riscaldamento globale abbia conseguenze gravissime sul nostro pianeta. Il riscaldamento globale è infatti un innalzamento costante delle temperature in tutto il mondo, che porta a gravi danni in certe zone, come lo scioglimento dei ghiacci al Polo Nord.
Vuoi sapere come procede la vita di Laura da quando è tornata in città?
All’inizio per lei era stato molto difficile tornare a vivere nel caos cittadino, ma ben presto ricominciò ad apprezzare anche lei le comodità e la vita con amici e famiglia. Laura dedica tantissimo tempo al suo lavoro e per ora non ha incontrato ancora la sua anima gemella… ma si sa che l’amore arriva quando meno te lo aspetti, no?